Prima di entrare nel pieno degli eventi, abbiamo pensato di fare una chiacchierata col direttore artistico Roberto D’Agnese, una persona che da sempre ama il suo territorio, l’Irpinia, e cerca di creare interesse e nuovi stimoli per i giovani. Per D’Agnese ogni evento è come un seme impiantato che deve crescere insieme alla comunità.
Ciao Roberto, partiamo con questa piacevole intervista. Quando e come nasce l’idea di OmastEventi?
L’idea di OmastEventi nasce dal presupposto di aiutare a sostenere il territorio attraverso degli eventi, in grado di essere un volano di sviluppo, con la sicurezza di mettere insieme la parte passionale con quella irpina.
Come siete radicati sul territorio irpino?
Sul territorio irpino facciamo diverse manifestazioni, sia come direzione artistica che come consulenza, insomma, offriamo diverse soluzioni per gli eventi.
Da quanti anni ricopri questo ruolo e cosa ti spingi ancora a farlo?
Sono 10 anni che svolgiamo questo tipo di attività, ma in realtà la passione per il territorio ce l’ho da sempre. Nel corso di questi anni, abbiamo messo in campo diverse attività esclusivamente legate alla promozione del territorio.
Qual è il valore che assume la figura di un direttore artistico?
Il direttore artistico è una figura fondamentale, è colui che ha la visione complessiva dell’evento, colui che in qualche modo fa da regia, con una squadra in grado di sostenere e lavorare per un determinato evento, per arrivare insieme ad un risultato prefissato.
Da un punto di vista tecnico, come si organizza un evento e quanto tempo prima iniziano i preparativi?
Organizzare un evento significa pianificare tutte le attività legate ad esso, dalla scenografia all’idea, dal concept a quello da trasmettere. Non c’è un tempo per iniziare, ma bensì, un tempo per concludere.
Quali eventi del passato ricordi con soddisfazione?
In ogni evento c’è qualcosa di personale, perché ognuno di esso dà adrenalina e lo stimolo giusto, e quando un evento riesce genera inevitabilmente delle emozioni che resteranno per sempre. Un evento che è stato un vero laboratorio sperimentale di un ottimo risultato è la sagra della castagna IGP di Montella, che ho diretto per 9 anni.
Qual è la peculiarità che contraddistingue un evento dall’altro?
La differenza tra un evento e l’altro è proprio nella caratteristica, ogni evento ha bisogno di avere una caratteristica propria che si adatti al territorio.
Sei un custode di valori e di tradizioni, ovviamente quelli della tua terra che è l’Irpinia. Pertanto, su cosa bisogna ancora lavorare per promuovere la nostra cultura?
Per promuovere la nostra cultura ci vuole un impegno collettivo, inteso come istituzione e territorio, ma chiaramente non si può fare prescindendo da tutti gli attori del territorio, un vero e proprio coordinamento di promozione si può fare purché tutti abbiano lo stesso obiettivo.
Hai dato importante accenno alle feste patronali, qual è il tocco di cambiamento che proponi?
Le feste patronali credo che siano ferme agli anni 70′ e questo lo dimostrano i risultati. Il cambiamento è quello di non dedicarsi ai grandi spettacoli che concentrano tante risorse economiche in poche ore, ma bensì, risorse con più giorni di spettacolo, coinvolgendo di più la comunità.
Si avvicina l’estate, su quali eventi stai lavorando?
Sono molti gli eventi sui quali stiamo lavorando, ad esempio qualche festa patronale come quella della Santa Croce a Venticano, che sarà la prima ad aprire le danze, poi seguirà Sapori Antichi a Torella dei Lombardi, JANARE folk festival a Chianche ,la sagra della castagna di Cassano Irpino, Pietradefusi, insomma ci saranno i tanti eventi che hanno deciso di riconfermare la nostra presenza e noi ne siamo onorati.
Prima di salutarci un messaggio ai nostri lettori.
Ognuno di noi è cambiamento, si cambia anche credendo in nuove idee, quindi per cambiare i nostri territori iniziate a mutare il vostro punto di vista.
Grazie Roberto.